Lo scorfano rosso è comune nel Mediterraneo e nell’Atlantico orientale. Si incontra dalla superficie fino ai 370 m di profondità sui fondali rocciosi o fra le alghe.
Il suo corpo è robusto e caratterizzato dalla presenza di numerosi appendici cutanee, frastagliate o meno. Anche la testa è massiccia con occhi sviluppati e una bocca grande. Come in tutti gli scorfani, la pinna dorsale presenta dei raggi appuntiti che iniettano un potente veleno. Raggiunge i 50 cm ed è in grado di mimetizzarsi con l’ambiente, assumendo colorazioni che vanno dal rosso-rosa all’arancione-giallastro.
Questo pesce è sedentario. Passa la maggior parte della sua esistenza immobile aspettando che le sue prede, si avvicinino per catturarle. Agisce infatti in questo modo poiché non è un abile nuotatore e quindi, può contare solo sull’effetto sorpresa per procacciarsi il cibo. Gli scorfani rossi sono attivi di notte, mentre di giorno rimangono rintanati fra i sassi.
La riproduzione ha luogo fra maggio e agosto, periodo in cui la femmina rilascia le uova all’interno di masse galleggianti e filamentose. Sono pochi i predatori che si avvicinano allo scorfano perché le grosse e robuste spine della pinna dorsale possono diventare un arma letale e molto potente. La puntura, è dolorosa anche per l’uomo infatti, oltre a provocare un forte dolore, toglie sensibilità alla parte colpita. È consigliato immergere la parte lesa in acqua calda per disattivare le tossine.
Si può catturare sia con lenze che con palamiti o reti a strascico.
Le carni sono molto apprezzate e utilizzate in varie specialità fra le quali le tartare, il cacciucco e la bouillabaisse di Marsiglia, ovvero una tradizionale zuppa di pesce della Provenza.
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