I crostacei sono molto utilizzati in cucina, grazie al loro sapore delicato ma caratteristico, È importante però, sceglierli con estrema cura e lavorarli con altrettanta attenzione. Infatti, i crostacei sono specie marine che si deteriorano con velocità, ecco perché spesso conviene acquistarli ancora vivi – come nel caso delle aragoste. Segnale della poca freschezza del crostaceo si rivela nel colore della testa, che tende ad annerirsi con il passare del tempo fuori dall’acqua.
Il nome crostacei deriva dal latino crusca, cioè crosta, e si riferisce al corpo rivestito da una resistente corazza, chiamata esoscheletro. Esistono tante specie, qui ne ricordiamo alcune tra le più diffuse in cucina: aragoste, astici, cicale di mare, gamberi, gamberoni e gamberetti, granchi e scampi.
Da un punto di vista nutrizionale, i crostacei hanno una carne poco calorica e sono, inoltre, fonte di magnesio, ferro, zinco e iodio. Per quanto riguarda invece gli aspetti benefici sul nostro organismo, ricordiamo che i crostacei possiedono la caratteristica di influenzare positivamente il sistema nervoso e muscolare, ma migliorano anche la vista e favoriscono la crescita dei capelli. È necessario dire, però, che contengono una discreta quantità di colesterolo, per cui se ne consiglia l’assunzione con moderazione.
I crostacei – come il bruco diventa crisalide e poi farfalla, attraversano diverse fasi nella loro vita. Nascono come nauplio – vermetti marini privi di zampe, poi diventano zoea e infine, attraverso una fase post-larvale, diventano così come li conosciamo.
La corazza del crostaceo è simile a una muta; infatti, a un certo punto dell’anno, il crostaceo la perde e questa cresce di qualche centimetro prima che si riformi, durissima.
Esistono anche i crostacei terrestri, si chiamano isopodi e sono molti simili a quelli di classificazione marina, solo che generalmente non si mangiano.
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